Diario di una Cotta | Goriziana – Batch #3

Oggi vi parlerò della birra per la quale ho sbagliato a comprare i malti e che ho dovuto rimandare (ve ne ho parlato in questo articolo). A differenza della sua sostituta però, questa non ha avuto particolari intoppi a parte le tempistiche di maturazione strette dal momento che l’idea era di presentarla ad un concorso.

Volevo infatti presentare al concorso Homebrewers Gorizia la Dry Stout Goriziana che avevo fatto quest’anno per San Patrizio e che mi era riuscita molto bene (trovate qui la ricetta). Avendola però brassata a gennaio per berla a marzo quella birra ha avuto poco più di due mesi di tempo per sviluppare il suo sapore e i suoi profumi. Stavolta invece sono già partito in ritardo e l’intoppo dei malti mancanti non ha fatto che ridurre ulteriormente questa durata. Alla fine sono riuscito ad avere un mese pieno di maturazione post-imbottigliamento. Non ottimale come pianificato ma accettabile.

Dopo aver comprato il malto mancante e una bustina di lievito che avevo perso, ho preso un giorno di ferie per fare la cotta il prima possibile per le ragioni appena spiegate. Mi sono svegliato più presto del solito e sono andato dai miei genitori per mettermi al lavoro, non prima di un buon caffè. La cotta è andata veloce e come da programma, potrei spendere qualche parola solo su un punto: ho macinato un po’ troppo il malto Roasted Barley, ma dato che ho l’abitudine di fare sparge usando un passino da cucina per evitare di portarmi troppe impurità nella pentola di boil il problema si è risolto da solo (ho dovuto solo pulire il passino un po’ più spesso).

Finita la cotta era ora di mettere il fermentatore nella cella di fermentazione: è stata la prima volta in cui la cella era già occupata da un altro fermentatore, non ho mai fatto due fermentazioni contemporaneamente. Anche se un po’ ristretti i due fermentatori piatti da 30 litri stavano nella cella, non senza un supporto in legno che mio papà ha costruito in 10 minuti su mia richiesta.

Non essendoci più spazio per i gorgogliatori ho usato i raccordi a 90 gradi John Guest per fissare il tubo immerso in un vaso con dello Starsan per permettere la fuoriuscita di CO2. Anche se in realtà i tubi sono stati messi in modo un po’ scomodo, la mia cella si è dimostrata perfettamente in grado di ospitare tutto quanto.

Chi ha letto il diario della Lenzuolo Bianco saprà dell’intoppo non da poco che ho avuto: il frigo che raffredda la cella sta arrivando alla fine di una valorosa carriera, facendo fatica a reggere due fermentatori sui 16°C (certo, l’estate più calda della storia non lo ha aiutato di certo in questo compito). Per fortuna doveva reggere questa temperatura solo i primi giorni per poi passare a 19°C.

Un altro colpo di fortuna nella sfortuna è stato che i miei genitori avevano un vecchio frigo che non gli serviva più. Inutile dire che è diventato mio all’istante per permettermi di fare un buon cold crash a fine fermentazione. Ce l’ho fatta, è stato un po’ complicato spostare il fermentatore dalla cella al nuovo frigo (in cui ci passava giusto giusto) ma con l’aiuto dei miei genitori ce l’abbiamo fatta senza fare disastri (tranne il densimetro di vetro che è caduto a terra e – inutile dirlo – si è rotto). Purtroppo non avevo pronta la centralina di controllo del frigo, quindi ho fatto una discesa di temperatura lenta usando il termostato del frigo fino a raggiungere la temperatura minima (sui 2°C). Per questa operazione ho istruito mia madre a controllare che il fermentatore non tirasse su lo Starsan dal vaso e regolare lentamente la temperatura. Arrivata a 2°C mia mamma l’ha potuta lasciare in pace e concedersi una giornata di relax al fiume.

Finito il cold crash era ora di imbottigliare: ho deciso di fare metà batch in bottiglie da 500ml e l’altra metà in bottiglie da 750ml. Al naso aveva un ottimo profumo, un buonissimo equilibrio tra tostato e luppolato. Ne ho assaggiata un po’ e devo dire che anche il sapore prometteva molto bene. Per carbonare la birra ho usato la classica tecnica del travaso in un secchio con aggiunta di una soluzione 50:50 di acqua e zucchero per farla rifermentare in bottiglia.

La birra ha potuto rifermentare in cella a 19°C per riposare poi al fresco in cantina.

Il diario però non si conclude qui: questo batch è stato iscritto ad alcuni concorsi per homebrewers ottenendo ottimi risultati:

  • Al 4. concorso Homebrewers Gorizia X The Lure ha raggiunto la fase finale e si è piazzata alla posizione 7 su un totale di 57 birre in gara. Un ottimo risultato anche dal momento che i giudici hanno detto che il livello di birre era molto alto.
  • La Goriziana è riuscita là dove le mie birre non ce l’hanno mai fatta: ha vinto il 2° Milvus Brewery Homebrewing Contest! Un’enorme soddisfazione per me, ho seguito sui social la diretta delle premiazioni in cui i giudici hanno commentato di essere rimasti colpiti dalla freschezza dell’aroma e dalla scelta dei malti tostati. Non potrei essere più felice!
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